A leggere il titolo, pare di dover subire un trattato di etica e certo non ci si immagina di cosa realmente tratta questo romanzo, che torvo possa essere uno specchio di un tempo e di un luogo, talmente ben fatto da far entrare chi lo legge all’interno delle situazioni e renderlo partecipe delle emozioni e delle atmosfere di cui tratta.
La situazione socioeconomica della gente di Atina prima della guerra mi ha reso partecipe di un mondo scordato, ma non poi tanto lontano, di un mondo che in parte ho potuto sfiorare e in qualche modo vivere nella mia infanzia.
La capacità di descrizione di Monica di un particolare momento, ma soprattutto l’arte di descrivere la situazione interiore di una famiglia ed in particolare di una persona: Pietra, va evidenziata. Monica riesce a superare le barriere dell’anima e ci permette di entrarci dentro, come pochi sanno fare e quindi, l’empatia che si crea con il personaggio diviene primaria e conduce la vicenda, portandoci a far conoscere la durezza della vita e più ancora dei sentimenti che determineranno un profondo cambiamento nella percezione della vita per Pietra e nel suo atteggiamento ad essa.
Quando avviene l’incontro della famiglia in fuga dalle bombe con il medico, il dottor Giuseppe e la sua solidarietà, l’amicizia, il suo atteggiamento positivo e amabile porta il lettore ad entrare in sintonia con quella figura e a percepirne l’affetto che scaturisce nel riconoscere il sano sentimento solidale e disinteressato che trascende ogni livello sociale, che il suo agire propone.
Ci si commuove con i personaggi al rientro nel paese devastato dalle bombe e si condivide la felicità di rivedere la piccola e umile casa ancora in piedi; nel leggere, si prova la sofferenza sorda che coinvolge Pietra in una situazione che segue e di cui non voglio anticiparne la trama e ci si perde nel suo baratro, comprendendo poi pienamente il perchè delle sue scelte, fino a farsi trasportare nel suo mondo e nel suo tempo e lasciarsi coinvolgere negli eventi che seguono, senza giudicare, ma entrando pienamente in una fine psicologia comprensibile, accompagnati maestralmente dalla narratrice, fino a comprendere e condividere chiaramente quel messaggio che è la fine di una storia che potrebbe essere stata vissuta da molte altre vite in quel tempo, nel quale Monica riesce ad inserirci pienamente.
Se non concedi nulla, nulla avrai in cambio.
Nessuna attenuante per le cause.
Davvero complimenti Signora Monica, lei non ha solo prodotto un romanzo di qualità, ma ha saputo trasportarci in un atmosfera, in un tempo, in un luogo e soprattutto all’interno di sentimenti complessi con semplicità, guidandoci con maestria.