Un romanzo senza tempo

Un romanzo senza tempo. Pietra è nata a e cresciuta in una famiglia poverissima, nella bassa Ciociaria. La sua vita scorre tranquilla finché non irrompe la seconda guerra mondiale a spazzare via ogni sicurezza. Quando il mondo si sta faticosamente rimettendo in piedi, Pietra dovrà affrontare la prova più dura. L'istinto di sopravvivenza porta inesorabilmente ad una adattamento, ma a che prezzo? Cosa è giusto sacrificare?

Proclama

L'entusiasmo e la competenza con i quali formulate commenti, suggerimenti e giudizi dopo averlo letto non mi danno scampo: devo raccoglierli in un luogo accessibile a tutti. Questo. Ah! Voi continuate, eh?

giovedì 1 settembre 2011

IL VIDEO DI PIETRA.

ANNUNCIAZIONE! ANNUNCIAZIONE!
Una pazza squilibrata che mi onora di essere mia amica - senza avermi mai incontrata - ha fatto per me una cosa bellissima:
ha seguito il percorso di Pietra e l'ha tradotto in immagini, parole e musica.
Vi invito a dare un'occhiata per apprezzare tanto lavoro.
A Claudia il mio più sentito GRAZIE!
Non credo di riuscire a trovare tante parole per esprimerti ciò che sento.
Ti abbraccio...virtualmente, ma ti abbraccio.
Un bacione anche a tuo figlio che si è prestato per la funzione di tecnico: grazie per lo splendido risultato.
TA TA TA TAAAAA
ECCO A VOI:

http://www.youtube.com/watch?v=FUh16PYgzH4

Daniela Biasin: Libro che mi ha sorpreso.

Libro che mi ha sorpreso.
Nella prima parte mi ha catapultata in un altro tempo, mi ha fatto ricordare i racconti dei miei nonni sulla guerra e dopoguerra; quando non si poteva dire di vivere ma di sopravvivere di giorno in giorno. Sembra un tempo così lontano da noi e invece non sono passati poi chissà quanti anni.
Poi nella seconda parte c'è un cambiamento radicale. Devo dire la verità ho sperato fino all'ultimo in una redenzione della protagonista.. ma sarebbe stato troppo scontato. Unico appunto che posso fare è che in quest'ultima parte la narrazione mi è sembrata un po' più frettolosa.
Daniela Biasin scritto il Mar 2, 2010

giovedì 11 agosto 2011

Amanda Gris: Pietra in fondo è una ribelle


La prima parte del libro è molto familiare. Nella mia generazione (-anta) abbiamo tutti un nonno o una nonna che ci hanno raccontato questo mondo ormai estinto degli anni di prima e durante la guerra: uno spaccato di vita italiana, di una vita semplice, che in qualche modo ci rassicura.
La seconda parte scuote. E' dura, inclemente, poco incline a compiacere il lettore. E questo forse anche perché noi siamo abituati a vedere donne che subiscono, mentre Pietra in fondo è una ribelle: una ribellione contro il destino, che alla fine si trova sempre il modo di rivalersi. Forse Pietra avrebbe potuto dire un po' più di sé, del suo passaggio. In ogni caso lo stile asciutto dell'autrice ben si accorda con la sostanza della storia.
E alla fine il libro ci disvela tutte le implicazioni di un titolo che, secondo me, è geniale.

Amanda Gris scritto il Feb 24, 2010

venerdì 15 luglio 2011

valina91: verso la fine ritroviamo la Pietra dell'inizio




E' dura la vita per Pietra, soprattutto perché fin dall'inizio della sua vita si trova in conflitto col padre, deluso dal fatto che la sua primogenita sia nata femmina e non un maschio forte come lui desiderava. Sarà costretta a portare sulle spalle il fardello di questa "colpa" per molto tempo, dissimulando il risentimento del padre con il proprio amore e la propria volontà di farsi accettare e apprezzare da lui per quella che era. Ad un certo punto l'intreccio subisce un brusco cambiamento e Petruccia si ritrova sola, senza più l'appoggio della famiglia o degli amici perché colpevolizzata ingiustamente dal padre della morte accidentale del suo unico fratellino. Dopo questo duro colpo Pietra coltiva nell'animo solo un sentimento di vendetta nei confronti del padre che vedrà come vittime tutte le persone, amate e non, che cercheranno di intralciare la sua strada.
E' da notare il cambiamento radicale della protagonista, perfettamente descritta dall'autrice, in un primo momento in peggio e nelle ultime pagine riusciamo a trovare invece la Pietra dell'inizio, che sa cos'è l'amore e la riconoscenza. Appropriato l'utilizzo del dialetto nei dialoghi tra paesani che mostrano la difficoltà nell'affrontare una Seconda Guerra Mondiale dura e proibitiva.
 
 valina91 scritto il Feb 7, 2010

lunedì 11 luglio 2011

Cricri: Le due vite di Pietra

 

le due vite di pietra

La prima parte ha dei riferimenti storici ben precisi, la storia di Pietra e della sua famiglia si lega alle tragiche vicende belliche degli anni quaranta. Mi è piaciuta molto. Poi inizia una storia diversa che mi ha ricordato le novelle di Verga. Il ritmo cambia totalmente, e si corre verso l'epilogo un po' troppo velocemente. Questa mi ha convinto meno.

Cricri (ccc) ♥old version♥ scritto il Jan 29, 2010

sabato 9 luglio 2011

Spinatti: i personaggi vivono.

Il libro è ben scritto,fin dall'inizio il racconto ti prende,i paesaggi ti avvolgono e i personaggi "vivono",non cade mai nel noioso.Ho trovato un po' forse affrettata l'ultima parte del libro.

Spinatti scritto il Jan 13, 2010 |

giovedì 7 luglio 2011

LaZìa: ...mi perdonerete l'attimo di commozione che mi ha procurato la lettura di questo commento.

E cosa vuoi di più!!

La morale di pietra
C’e’ chi dice che non si dovrebbe dare fiducia alle conoscenze virtuali, che il virtuale ci altera la percezione della realtà e ci isola in un mondo avulso e fasullo. Paure infondate, dovute soprattutto a quelle reticenze conservazionistiche che rifiutano le novità e le tacciano di pericolosità. Il virtuale, che ben venga se mi permette di interagire con gente che presenta uno spessore sicuramente più consistente di tante conoscenze reali che ho nella vita di tutti giorni. E una di queste mie “conoscenze virtuali” è proprio Monica, autrice di questa lunga novella o romanzo breve dedicato alla vita di Pietra e alla sua morale. L’entroterra italiano, qui siamo nella Ciociaria che io conoscevo solo tramite il libro di Moravia e la sua trasposizione cinematografica, ma scopro che le similitudini con la mia terra lucana sono moltissime. Mentalità, usi, costumi. Molto e molto altro.
La storia di Pietra comincia con un fenomeno tristemente noto: il desiderio di una discendenza di sesso maschile deluso però alla nascita della prima di una lunga serie di femminucce. Il risentimento del padre verso questa prole non desiderata porta a evoluzioni drammatiche della vicenda. Pietra, macchiata della colpa di essere femmina, viene scacciata di casa e da ragazza dolce e accondiscendente si trasforma in donna cattiva e calcolatrice. Mi rendo conto di banalizzare un po’ la trama, ma a parte il fatto che non vorrei rivelare più del necessario, quello che mi preme di più dire è la bravura dell’autrice, Monica Caira, che sa comunicarci a toni intensi la trasformazione di Pietra con una penna che non rivela niente dell’esordiente ma solo maturità di scrittura degna di scrittore esperto.
Ho partecipato con piacere a questo book-ring aperto qui su anobii dall’autrice stessa. I book-ring sono bellissimi, questo libro “viaggia” da più di un anno ormai e nel suo interno ci sono mille e mille bigliettini e noticine che incoraggiano e si complimentano con l’autrice. Lo faccio anch’io: brava Monica. Il tuo libro, pubblicato da un editore non noto che ha creduto in te, è molto più bello e molto più maturo di altri libri pubblicati e pubblicizzati e magari anche premiati sfornati però solo da politiche economiche e null’altro.
Peccato che tra i partecipanti al book-ring che mi hanno preceduta ci sia stato pure qualcuno con l’animo da maestrina con la matita rossa e blu che si è preso la libertà di segnare alcuni congiuntivi o alcuni pronomi personali ritenendoli errori dell’autrice, ma che invece ha dimostrato solo la proprio vana presunzione perché non ha capito che lì dove Monica scriveva un pronome “gli” al posto di un “le”, per esempio, non era errore grammaticale dell’autrice ma volontà esplicita di rappresentare la parlata comune che tende a onnipresentare il pronome maschile al posto del femminile o a schiacciare i congiuntivi.
Ciò che cerco in un libro e che chiedo al suo autore sono onestà di intenti, originalità nei temi, storia avvincente, emozioni forti, coerenza di stile, capacità di saper gestire le situazioni narrate e di descrivere i personaggi e Monica ne “La morale di pietra” li rispetta tutti.

LaZìa scritto il Jan 3, 2010