Un romanzo senza tempo

Un romanzo senza tempo. Pietra è nata a e cresciuta in una famiglia poverissima, nella bassa Ciociaria. La sua vita scorre tranquilla finché non irrompe la seconda guerra mondiale a spazzare via ogni sicurezza. Quando il mondo si sta faticosamente rimettendo in piedi, Pietra dovrà affrontare la prova più dura. L'istinto di sopravvivenza porta inesorabilmente ad una adattamento, ma a che prezzo? Cosa è giusto sacrificare?

Proclama

L'entusiasmo e la competenza con i quali formulate commenti, suggerimenti e giudizi dopo averlo letto non mi danno scampo: devo raccoglierli in un luogo accessibile a tutti. Questo. Ah! Voi continuate, eh?

sabato 30 aprile 2011

Valila: continuo a credere nel lieto fine.

Questa è la storia di Pietra; una storia che ripercorre tutta la sua vita dalla tenera e segnata infanzia fino all'infelice età adulta. Sullo sfondo uno scenario di povertà prima e di distruzione dopo la guerra.
La parte della guerra è quella che ho più apprezzato, piena di dettagli e di particolari che l'hanno resa vivida ai miei occhi. La fame, la paura, la speranza erano quasi tangibili. La scrittura è lineare e mostra una grandissima capacità di usare l'italiano, impreziosita dall'assenza di errori di battitura.
E' una storia cruda, dura, dolorosa - esattamente come fin troppo spesso sa essere la vita- che insegna come la ricchezza non compri la felicità e come sia necessario qualche volta venire a patti con se stessi e con gli altri per poter ottenere in cambio anche un solo granello di felicità.
Io comunque continuo a credere nel lieto fine e che agli errori si possa sempre porre rimedio, un unico requisito richiesto: volerlo.

Valila scritto il Jun 22, 2009

mercoledì 27 aprile 2011

Lilli ha volato con la fantasia

Io l'ho trovato veramente bello molto scorrevole ed emozionante, se devo trovare una pecca è che è troppo corto, ma mi sono immaginata i luoghi per tanto erano descritti bene.

Lilli scritto il Jun 12, 2009

martedì 12 aprile 2011

Violacea. Una storia di quelle che piacciono a me.

Una storia come quelle che piacciono a me. Racconto di un passato contadino, di un trascorso di guerra, di fame e pericoli, ma soprattutto d'odio.
All'inizio Pietra porta sul cuore tutto il peso del disprezzo del padre per non essere nata maschio, ma sopporta, si rimbocca le maniche, alla morte della madre dopo gli infiniti parti (e l'arrivo del maschio) si prende carico delle sue sorelle e del fratellino, guarda la felicità degli altri scorrerle accanto e non si perde d'animo; finchè un giorno la tragedia, ripudiata dal padre fugge dal nido, trasforma il suo cuore in dura pietra e comincia una nuova vita.
Non sembra l'esordio di un principiante, è veramente un bel romanzo, dato che ce n'è la possibilità, consiglio a tutti di mettersi in lista, la morale di Pietra val bene una lettura

Violacea scritto il Jun 7, 2009

martedì 5 aprile 2011

Valewanda

Questo libro mi ricorda un altro libro, di Ippolita Avalli, letto tempo fa, intitolato "Nascere non basta". Quello parlava di una ragazza, a cui capitava di tutto, affetta dal male tremendo dell'anoressia ma anche del non volersi abbastanza bene. Questo di Monica parla di Pietra, una bambina nata povera in una famiglia con troppe femmine da sfamare, e ritenuta responsabile dal padre, in quanto primogenita, del numero elevato di figlie femmine. Quando finalmente nasce il tanto atteso maschio, e muore la madre di parto, la vita di Pietra sembra aver preso la piega giusta. Anche gli orrori della guerra, se pur tremendi e impietosi, non scalfiscono la tenacia di Pietra e della famiglia, che tira avanti a denti stretti, unita e decisa. Finché arrica la sventura che segnerà per sempre la vita di Pietra e il suo destino. La morte del fratellino in una tragica fatalità la porterà a scontrarsi con la vita troppo duramente, a cambiare carattere, desideri, e a indurirsi il cuore come il suo nome. Fino alla fine, senza via di scampo. Monica è brava, precisa, tratteggia i personaggi in modo eccelso e ne narra con incalzante maestria le alterne vicende, senza esitazione. Ma il messaggio che esce dal libro, a mio avviso, non lascia via di scampo, è una sentenza durissima, a cui non voglio credere. Devo dire che in molti punti il libro mi ha ricordato "Via col vento", tanti gli episodi che lo richiamano, sarà un caso?

valewanda scritto il May 15, 2009

Nemesi. Irina

La storia di Pietra è scritta con tinte scurissime e dure.<br />Il mondo di Pietra è inospitale e cupo.<br />Tradita da chi avrebbe dovuto porgerle solo luce, Pietra inabissa nelle sabbie mobili della sua anima, un tempo, chiarissima e dolce.<br />Racconto di una bimba che diviene donna di sdegno e vendetta, che diviene Nemesi.<br />L’amore per la scrittura di Monica Caira traspare da ogni sillaba, da ogni singola lettera, soffiando vita e animando parole.<br />E io, un giorno, potrò dire di avere ricevuto dall’autrice una copia autografa con dedica.<br />Grazie, Monica.

Irina  scritto il May 5, 2009

Maddalena

Ho letto il libro ripensando a mia madre, nata nel 1924. La prima parte mi ha particolarmente coinvolto. soprattutto per le descrizioni della quotidiniatà di quei tempi, che ho ritrovato uguale a come la descriveva la mamma. Sia in periodo di pace che in quello di guerra e difficile ricostruzione.
Dopo la tragedia che ha coinvolto Pietra il libro si fa più cupo, rende bene l'idea di come tutto il suo vissuto psicologico l'avesse realmente scavata dentro. Mi ha dato il senso di una discesa senza più freni, raccontata in certi punti forse con un pò di fretta. Mi è piaciuto molto.

Madda(Lena) scritto il May 2, 2009

Ladygiodesi

Ho letto la storia di Pietra ad occhi chiusi, lasciandomi cullare ed emozionare dalle sue parole come se si trattasse di un racconto sussurrato nella quiete di una sera d’inverno davanti ad un camino acceso. Questa è la mia emozione vissuta durante la lettura di “La morale di Pietra”, titolo oltremodo ben scelto e significativo del libro.
Scritto molto bene, senza errori, lineare e preciso ma nello stesso tempo denso di emozioni e sentimenti, lo stile narrativo risulta decisamente accattivante. La trama è interessante, originale, riesce a creare il senso dell’attesa nel lettore per cui risulta addirittura difficile interrompere la lettura, nella curiosità di conoscere il destino di Pietra.
Pietra è una donna nata negli anni venti del secolo scorso, in un paese molto piccolo della Ciociaria, in una famiglia numerosa e molto povera. Racconta la sua nascita come primogenita, la sua infanzia odiata dal padre in quanto femmina in un mondo in cui le donne non apportano alcun guadagno monetario alla famiglia, sopportata dalla madre troppo impegnata a vivere con le sue numerose gravidanze, ed anche appoggio per le numerose sorelle anch’esse poco amate dai genitori. Riesce a sopravvivere ai tremendi anni della seconda guerra mondiale, ma non riesce a sopravvivere all’odio che il padre le esprime a causa di un grave evento familiare, disprezzo prima nascosto per anni ma ora urlato davanti a tutto il paese. O almeno, Pietra cerca di sopravvivere a tale distruzione emotiva, ma reagisce cercando quella rivincita che le rovinerà l’intera vita e non le consentirà alcuna libertà nei sentimenti, vivrà la sua vita convinta di poter fare tutto ciò che vuole per poter avere la sua vendetta ma nella realtà sarà rinchiusa nel suo odio che non le permetterà una vita felice.

Ladygiodesi scritto il Apr 28, 2009

Emy

Ho aspettato a fare il mio commento perchè volevo farlo per bene. Visto che non ci riesco, dirò le parole così come mi vengono dal cuore: Questo libro mi ha riportato immagini, profumi, sentimenti, che credevo sopiti, invece erano lì con un leggero strato di polvere che il libro di Monica ha immediatamente tolto!! E' stato bellissimo! Questa storia non l'ho solo letta, ma RIvissuta, è stato un salto nella mia infanzia, anche noi eravamo 4 sorelle perchè mio padre era alla ricerca del maschio!! non mi sento di raccontare qua tutte le analogie ma vi assicuro che sono tante,Monica lo spannocchiare con il rosario non sai quanti ricordi!!! il libro è scritto egregiamente, scorrevole ed appassionante lo consiglio vivamente!!!!!!!
Dimenticavo anch'io l' ho comprato perchè sono sicura che lo rileggerò tante volte!!! e mi raccomando continua a scrivere!!

Emy, scritto il Apr 23, 2009

Alessandra Libutti.

Di questo romanzo ho apprezzato molto il soggetto. E' una storia ricca di spunti e affascinante per ambientazione e svolgimento. Buono l'impianto narrativo, il racconto va avanti e si lascia seguire bene. Nel complesso però ho qualche riserva. Da un punto di vista stilistico ho trovato che (soprattutto nella prima parte) l'uso del linguaggio non sempre sia in linea con l'io narrativo. Troppo spesso l'uso di termini o espressioni inappropriati lasciano trasparire la voce dell'autrice e la lettura ne risente. Quando Pietra, giovane contadina con la terza elementare, si riferisce alla guerra come "conflitto bellico" qualcosa stona. Una maggiore attenzione al registro e alle scelte lessicali e un editing più rigoroso avrebbero reso più giustizia al personaggio e al romanzo nel complesso.
Un'altro appunto è quello sul potenziale inespresso. Monica avrebbe potuto esplorare più a fondo alcuni degli interessantissimi personaggi che ha creato, su tutti i quattro archetipi maschili: il padre-padrone, il pirandelliano marito, il dottore e l'"agnello" Beniamino.
Il potenziale è quello di una storia di grande e ampio respiro, invece va avanti in modo talvolta troppo affrettato. Come se Monica avesse messo un punto troppo presto e avesse rinunciato a quelle ultime stesure che l'avrebbero portata a creare il grande romanzo.
Perché, intendiamoci, "La morale di Pietra" ha alle spalle una grande storia e questo denota la mano di un'autrice dalle grandi capacità, che non è poco.

Alessandra Libutti (Alex767) scritto il Mar 26, 2009

Rori65

"La morale di Pietra" è un ottimo libro, un romanzo che fa riflettere e commuovere, che si insinua nel cuore e nella mente come un veleno delicato, raccontando la guerra con gli occhi degli ultimi e l’involuzione di una donna trasformata da un infinito desiderio di vendetta. Monica Caira Monticelli, l’autrice, ha una grande qualità di scrittura e una uniformità di stile difficile da riscontrare in una esordiente. E infatti questo libro non sfigurerebbe nelle collane delle più importanti case editrici italiane, grazie alla nitidezze del profilo dei dei personaggi e a una drammaticità dolorosa che non sfocia mai in melodramma.
I passi più belli.
"Qualcuno aveva tentato l’avventura pure oltreoceano, in America; anche solo la parola mi dava l’impressione di riempirmi la bocca oltre la capienza".
"Il Natale era passato, potevamo tranquillamente tornare a sentirci infinitamente tristi".
"Sono stata arida con gli affetti familiari più cari. Non ho dato niente di me, cosa mi aspettavo di ottenere?"

rori65 scritto il Mar 23, 2009

Camilla

bello, nudo, crudo, proprio come la vita contadina che racconta e il periodo storico in cui è ambientato. Ci sono riflessioni importanti sui "ruoli" che ci vengono assegnati dalla famiglia e dalla società. Aspetto il prossimo lavoro di Monica!!

Camilla scritto il Mar 13, 2009

Occhi di velluto.

« Dopo un primo capitolo di buone premesse, la narrazione -in verità quasi più resoconto che racconto- si infrange contro lo scoglio di un’eccessiva superficialità.
Un anno scandito dagli avvenimenti legati soprattutto ai lavori e ai ritmi stagionali -si respira un certo schematismo in quel seguire pari pari il calendario di chi lavorava la campagna- che non dà il necessario spazio al “vissuto” reale di Pietra, delle sue sorelle, di Beniamino…
A seguire, una guerra che prima è eco lontana e poi sembra appena sfiorare -piuttosto frettolosamente- luoghi e persone. Una guerra che pare raccontata dal punto di vista di un lontano spettatore…
Successivamente, fatti che travolgono la vita della protagonista. Fatti che determinano una rottura del suo essere, percepibile soprattutto in un repentino cambiamento nel modo di vedere le cose, di porsi e in un linguaggio diverso -cinico e volgare- che lo rispecchia.
Una narrazione non autobiografica -ma in prima persona- che non sempre mantiene il registro linguistico aderente allo status del personaggio ( Pietra è una ragazza di bassa estrazione sociale, nata nel 1923 e con la frequenza della terza elementare) e dei tempi… Una narrazione, cioè, dove Pietra spesso scompare e lascia parlare l’autrice.
Ecco allora parole quali “sgamato”, “sballato” o espressioni del tipo “ aulenti e grosse pigne” per indicare grappoli d’uva “ o ancora “ aiuto infrastrutturale e logistico” che vengono percepite come stonate, fuori posto.
Leggendo si avverte -a tratti- anche la mancanza di pathos in un vissuto non partecipato direttamente, ma frutto forse di racconto udito o documentazione.
E i personaggi-chiave, Pietra e il padre, risultano troppo contraddittori in certi loro atteggiamenti e in alcuni tratti del carattere per apparire sempre coerenti e credibili nel raccontare un rifiuto che marchia a fuoco per l’intera vita.
Un editing più approfondito avrebbe forse giovato alla fluidità della narrazione e a segnalare come “poco felici” espressioni quali “le crocchie delle persone” -pag. 33,
“compiva il suo primo compleanno” -pag. 46, “torsoli delle pannocchie” -pag. 39, intendendo i tutoli.»
...
Questo avrei “detto” a una Monica Caira Monticelli di professione scrittrice.
Poiché dalle note biografiche apprendo che Monica Caira Monticelli è invece avvocato e lavora, presumo che scrivere sia per lei una passione, una sfida con se stessa, un impegno non indifferente in termini di tempo e di energie… Ecco allora che mi sento di dire soltanto e semplicemente:
«Brava! »

Occhi di velluto scritto il Mar 10, 2009

Micirrinka

Mi è molto piaciuto il gioco di parole tra il nome della protagonista e la sua aridità, che da il titolo al libro. E’ il racconto di come le aspettative dei genitori possano segnare la vita dei figli e di come una persona possa rinchiudersi in se stessa, inaridendosi. Alla fine, la protagonista diventa un’usuraia ma non si riesce a dare un giudizio negativo, perché è la logica conseguenza di quanto subito. Infine, una nota personale: la protagonista nasce nel 1923, a pochi anni di distanza dalla effettiva nascita dei miei genitori e la narrazione del periodo bellico mi ha ricordato tantissimo i racconti che mi sono stati fatti.

Micirrinka scritto il Mar 4, 2009

Vera Demes. Chi è la vittima e chi è il carnefice.

Una storia sdoppiata, in cui la consapevolezza della realtà e la certezza di quanto il destino sia crudele, si consolidano e si sostanziano quasi improvvisamente e in modo, forse, troppo veloce e inaspettato.
Ambientazioni molto realistiche in cui le reazioni e i sentimenti umani "esplodono" e "covano" sotto la cenere. Un bell'affresco di un'epoca e di alcune miserie umane, non così lontane dalle meschinità di certi nostri giorni.
"La morale di Pietra" raccoglie le memorie dei diseredati e chiede al lettore di sospendere il giudizio. Chi è la vittima. E chi il carnefice. Non importa davvero. Nella storia di Pietra, non importa più.

Vera Demes scritto il Feb 21, 2009

Writer

Il romanzo appare diviso in due: tutta la prima parte è bella ed essenziale, la descrizione della vita famigliare, l'economia di sussistenza, la condizione delle donne di allora, valorizzate unicamente se partorivano maschi, gli scorci di paesaggio che circondano Atina, i rapporti tra le sorelle e tra queste e il padre, tutto ciò è narrato con uno stile pulito e netto che restituisce un quadro convincente della Ciociaria verso la fine degli anni '30. La guerra pare paradossalmente proteggere il nucleo famigliare dai rischi di una frantumazione, come se il pericolo concreto di morte fungesse da vaccino alle tendenze disgreganti che incombono su Pietra e i suoi cari. Poi, con la morte di Beniamino, sembra che l'autrice si sia fatta prendere dalla fretta di sintetizzare, di concludere, come se i tasti del computer fossero diventati improvvisamente incandescenti. Pietra subisce una mutazione genetica e, nel giro di una ventina di pagine, diventa un'astuta manipolatrice che irrestisce Benito, ne scaccia i figli, si dedica all'usura e getta le basi della sua fortuna economica. Non sto dicendo che la mutazione che lei sperimenta è incongrua, un trauma come la morte del fratello e l'espulsione dalla casa paterna possono provocare cambiamenti e reazione estreme, dico però sul piano della resa narrativa, della credibilità della narrazione ho trovato questa seconda parte poco convincente, affrettata ed eccessivamente condensata. Anche sul piano del linguaggio la seconda Pietra appare radicalmente diversa dalla prima: forse l'autrice avrebbe potuto rendere la transizione in modo più sfumato, mentre così sembra tagliata con l'accetta. Per questo "La morale di Pietra" mi ha provacato sensazioni contrastanti: le ultime 40 pagine, che sono un po' il fulcro del romanzo, non sono in linea con le premesse che erano state delineate con efficacia nelle prime 90.

Writer scritto il Feb 11, 2009

la Pietra dello scandalo. Piperitapatti.

è un romanzo avvincente e ben scritto, talmente sentito che se non fosse per evidenti motivi anagrafici starei qui a chiedermi se non si tratti di un'autobiografia romanzata.
la descrizione di luoghi, usanze e persone è talmente accurata da sembrare un quadro del periodo realista, quando pittori come gericault iniziavano ad abbandonare i soggetti religiosi per privilegiare nella scelta la riproduzione dei contadini, delle loro case e delle loro attività in un'esplosione di luci, di ombre e colori.
la descrizione della vita rurale, della fiera del paese, dell'abbandono delle case durante la guerra, sono piccoli gioielli della memoria che grazie alla capacità descrittiva di monica caira non sono andati smarriti, come quelle filastrocche o quegli aneddoti che di generazione in generazione si tramandano nel tempo di bocca in bocca.
la vicenda è straziante, di quelle che annichiliscono di fronte al senso di impotenza e d'ingiustizia che fanno rivivere e che, nonostante il desiderio di vendetta sia un sentimento umano ma non condivisibile, non fanno condannare a priori la scelta di comportamenti umani dalle conseguenze estreme.
l'unico appunto che mi sento di fare è che se nella prima parte gli eventi si susseguono con un ritmo che sembra più naturale, nella seconda sembra quasi che l'autrice abbia avuto un po' troppa fretta di portare a termine la sua opera, che gli eventi si susseguano un po' troppo velocemente e che non ci sia il respiro necessario a metabolizzarli e a digerirli!

Piperitapitta scritto il Feb 4, 2009

Cinzia

La forza e il coraggio di una ragazza per farsi amare, ebbene si, farsi amare dai genitori perché l'unica "sua colpa" è quella di essere donna....
Mi ha fatto ricordare " le avventure" dei miei genitori, che con il sorriso sulle labbra ci raccontavano il periodo della guerra e noi, da piccoli, non capivamo tutto il dolore che hanno provato.
Di sicuro comprerò il libro perché ho voglia di rileggerlo. Per ora posso solo dire GRAZIE MONICA per l'opportunità che mi hai dato di leggere il tuo libro

Cinzia scritto il Feb 4, 2009

Madrenatura. Bel finale, per nulla scontato.

Un libro che mi ha lasciato senza parole, ma che ha saputo regalarmi miriadi di emozioni.
Mi è piaciuto molto lo sitle di Monica, scorrevole, diretto con i personaggi ben descritti e fatti entrare nella storia al momento giusto.
Pietra, un nome difficile da portare, una vita dura da affrontare...
Sullo sfondo due guerre mondiali e un piccolo paesino della ciociaria.
Due elementi fondamentali, che hanno saputo rapire maggiormente la mia attenzione:
-le scene legate alla vita contadina, l'uccisione del maiale (vissuta di persona all'età di 8 anni), la raccolta dei prodotti dei campi, la sagra del paese...La mente ha fatto un tuffo nel passato, da piccola amavo sedermi sul divano di casa e ascoltare ipnotizzata i racconti di mia nonna!
-la contrapposizione tra la vita del paese e la vita di Pietra; mentre Atina e tutti i suoi abitanti tentano e credono nella ricostruzione del dopo guerra, Pietra entra in un baratro dal quale non riemergerà più.
Bel finale, per nulla scontato.

madrenatura scritto il Jan 29, 2009

Elisabetta Modena

E' un libro che si legge in fretta, e questo va a merito dell'autrice. Sono rimasta sorpresa quando l'ho avuto per me mani, perché me lo aspettavo un pò più lungo. Ma davvero, è solo una mia opinione. Mi piacciono i libri con tanti dialoghi, perchè mi danno l'idea che approfondiscano la psicologia dei personaggi. Qui la narrazione è fresca, è lineare, è accattivante e dosata, solo non abbondano i dialoghi o almeno sono pochi, anche se belli. Davvero. Quelli che ci sono, anche in dialetto, rendono molto bene la sensazione di trovarsi dentro quell'epoca così lontana per me.
Alla fine della lettura, ho ripensato a quella che mi è suonata come la frase chiave per capire l'evoluzione interiore di Pietra:
"Non avevo nulla da perdere, nè di cui preoccuparmi. Ero nata da poche ore, non avevo morale nè insegnamenti alle spalle": è un destino triste e solitario quello che si costruisce Pietra, che sa di sale.
Un libro che fa riflettere molto sul senso di colpa che ci autoinfliggiamo e che ci infiggono gli altri.
Elisabetta Modena scritto il Jan 28, 2009

Mirtilli75

È un piccolo libro pieno di sorprese.
È la vita di una donna che crea dalla disperazione la propria fortuna, ma anche la propria infelicità; la storia di una bambina diventata grande troppo pesto nella poverissima Ciociaria degli anni 20, che vede da vicino gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, il boom economico, fino ad arrivare agli anni ’70.
Il racconto è molto bello e toccante, anche se, a mio parere, troppo beve.
Come gusto personale però devo dire che ci sono dei cambiamenti nella trama che risultano troppo violenti e la storia ne soffre, perdendo un po’ l’intensità costruita pagina dopo pagina (mi viene in mente per esempio il momento in cui la piccola Petruccia diventa Pietra). Avrei preferito che certi passaggi fossero più approfonditi, per capire meglio ed immedesimarmi di più nella protagonista. Tanti l’avranno senz’altro vista come una protagonista negativa, ma io non ci riesco. La sofferenza può portare a tutto, anche ad uccidere volontariamente tutto l’amore che una donna si porta dentro.
Anche se secondo me è troppo corto e andrebbe sviluppato meglio, il libro è scritto benissimo, è scorrevole e si legge tutto d’un fiato.
Complimenti.
http://librietuttaltro.splinder.com/post/19622439/La+mo…

Mirtilli75 scritto il Jan 20, 2009

Ricky

La copia di questo splendido libro, che ho divorato letteralmente, ha proseguito il proprio viaggio imbarcandosi in direzione San Giuliano Milanese...

Ricky  scritto il Jan 15, 2009

Nomen omen. Eleu.

Una volta le nostre mamme/nonne, all'uscita dal cinema dicevano paradossalmente: "Quanto ho pianto! Come mi sono divertita!".
Nel bel romanzo di Monica Caira si trovano interessanti ricostruzioni della vita contadina di valore documentario, e una analisi a tutto tondo di come un ambiente sfavorevole ed eventi infausti possano cambiare chi non ha ricevuto nulla dalla vita, anche la persona dall'animo più tendenzialmente buono e generoso. La trama assomiglia proprio a un bel filmone in bianco e nero di quelli di una volta.

eleU scritto il Jan 12, 2009

Carlotta57

Un libro che mi ha toccata, emozionata e commossa.
Una storia dura, particolare, densa di sofferenza.
C'è la fatica nella campagna,la vita di un piccolo paese, il disagio della guerra, la povertà, la difficoltà di rapporto con un padre sempre ostile, la tragedia che fa prendere alla vita di Pietra un corso doloroso...
Non c'è lieto fine , solo solitudine e amarezza, ma sta anche in questo la bellezza del libro .
Un libro che si legge in pochissimo tempo, scorrevole e coinvolgente.

Carlotta57 scritto il Dec 29, 2008

Alrun

Un bell'esempio di realismo italiano.

Alrun scritto il Dec 29, 2008

K626

Vivido, bello stile di scrittura, piacevole nelle ambientazioni e sferzante. Ma molto molto amaro. Tra i riflessi e gli echi della guerra e degli anni successivi Pietra va incontro a un destino che forse ha scelto, o forse è stato ineluttabile e obbligato... comunque senza scampo.
La sua storia però sembra davvero raccontata in prima persona, non riesco ancora a pensare che il libro sia un romanzo e non un "diario". Notevole.

k626 scritto il Dec 22, 2008

Pippi. Mamma mia che meraviglia!

Mamma mia che libro!!!
Questa scrittrice merita davvero di diventare qualcuno, non ha nulla da invidiare a tanti scrittori famosi, anzi a molti di loro da' dei punti!
E' la storia di una donna alla quale la vita non ha regalato e risparmiato nulla.
La storia si svolge prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale e la protagonista è la primogenita di una numerosa famiglia.
Fin dalla nascita respinta dal padre perchè desiderava un maschio; dovrà lottare contro tutti e, anche contro se stessa, per sopravvivere.
Nonostante la storia sia "cruda", la scrittura è chiara, lineare e scorrevole e ti permette di leggere questo libro in pochissimo tempo, anzi di divorarlo.
Ho sofferto con lei, ho pianto per lei e questa mattina continuo a pensare a lei.
Non mi sento di giudicare le sue scelte, pur di sopravvivere penso che ognuno di noi tirerebbe fuori il meglio e il peggio di se.
Le scene della seconda guerra mondiale mi hanno ricordato i racconti di mia nonna, quando sedute sul divano l'ascoltavo e vedevo il terrore sui suoi occhi. Anche i racconti di vita quotidiana assomigliano molto ai suoi: il susseguirsi dei lavori in base alle stagioni, il duro lavoro dei campi, l'accudire i fratelli più piccoli, il riuscire a sfamarsi dei soli prodotti dell'orto e degli animali, come latte formaggio e uova; la carne non si sapeva nemmeno che sapore aveva.
Grazie Monica tu non hai idea di quanto abbia lasciato in me questo libro.
Spero vivamente che tu voglia continuare a scrivere perchè sono convinta e arriverà il tuo momento e soprattutto perchè io voglio continuare a leggerti!

Pippicalzelunghe scritto il Dec 19, 2008

Mirella

Grazie ad aNobii sto scoprendo un mondo di "giovani" scrittori che non hanno il successo che meriterebbero.
Monica è una di questi.
La morale di Pietra è un libro doloroso,denso che racconta la difficile scelta di una vita.
Ciao Monica, a rileggerti

Mirella scritto il Dec 17, 2008

Cristina. Da una scrittrice...

A mio parere un libro bellissimo soprattutto per come è scritto: scorrevole, lineare, diretto. Pulito. I personaggi sono ben delineati e il lettore prova i sentimenti e le sensazioni contrastanti della protagonista come se fossero propri.
Personaggi in bilico tra il bene e il male, tra speranze e realtà crude, tra desideri e annientamenti. Una storia triste, sarebbe stato meglio per Pietra non aver mai ritrovato la propria coscienza... i colori sfumati potevano proteggerla, in qualche modo, dalla burla della vita. La descrizione del mercato mi è sembrata una rappresentazione di un "Presepe": molto suggestivo. Complimenti alla scrittrice.

Cristiana scritto il Dec 17, 2008

Paola MPBlack. Come non essere orgogliosi?

Ancora una volta mi sono imbattuta in un libro scritto da un'esordiente che sfata il solito mito: "solo chi pubblica con le grandi case editrici è bravo." Monica Caira ha confezionato una grande storia di famiglia con un'abilità degna di uno scrittore affermato, intessendo una trama commuovente, a volte dura, a volte emozionante. Ben caratterizzati tutti i personaggi, in principal modo la protagonista, che si vede costretta dalla vita a compiere un'importante scelta e a dare una svolta definitiva alla propria esistenza. Qui i sentimenti vengono sviscerati, analizzati, ribaltati, e giungono direttamente al cuore del lettore, portandolo rapidamente al termine di un romanzo che merita davvero il successo e l'attenzione del grande pubblico. Ringrazio Monica per avermi consentito di leggere questo libro bellissimo...

Paola (mpblack) scritto il Dec 14, 2008

SiBi. Nottambula.

Ieri notte ho finito il libro...sì erano più o meno le 4 e non dormivo, non volevo dormire, non volevo staccarmi da Pietra, dal suo modo di essere, dalla sua vita.
Monica, ti ringrazio per aver messo a disposizione il tuo libro, che (forse) non avrei mai letto in altro modo...
una storia che mi ha trascinato pagina per pagina, riga per riga, riuscivo a vedere Pietra, a carpirne le emozioni, le delusioni, l'odio, il disprezzo, l'amore.
Bravissima, ti prego, continua a scrivere... nel mio cuore (con questo libro) l'hai già fatto!!
Silvia.

SiBi scritto il Nov 17, 2008

Pregevole, Francesca.

Monica Caira Monticelli ha una penna pregevole. Intesse in un libro relativamente breve una storia profonda a coinvolgente. Si scopre la vita di Pietra a poco a poco, attraverso il suo racconto trascinante e dettagliato. Il lettore viene portato alla scoperta del mondo contadino scandito dai ritmi della terra, della Ciociaria e delle tradizioni popolari. Contemporaneamente viene introdotto alla quotidianità vissuta da Pietra, ragazza intelligente, bramosa di conoscenza, ma anche semplice e spontanea.
La regolarità dell’esistenza viene stravolto dalla guerra, ma non è questo l’evento che sconvolgerà per sempre la vita di Pietra.
Complimenti a Monica, merita davvero di essere conosciuta!

Francesca scritto il Nov 12, 2008

Flaviocrem.

Un libro ben fatto.
Breve, essenziale ma ben composto. Non si sente la mancanza di ulteriori descrizioni o dialoghi.
E’ un libro completo ma breve che, quindi, permette di arrivare presto alla fine e saziare la sete del “vediamo come finisce”; come rovescio della medaglia e dopo che lo hai finito, hai chiuso il libro e ci pensi un po’, senti il rimpianto di aver letto una bella cosa ….ormai finita.
Non mi aspettavo un epilogo come quella che l'autrice ha ideato, pensavo a una esperienza del personaggio principale, Pietra, sui marciapiedi e alla fine una certa qual forma di rimpianto e riavvicinamento alla propria famiglia. Tutt’altro, anche se tra usuraia e prostituta…la scelta potrebbe essere difficile.
Questo bel libro fa tornare in mente i film del neorealismo italiano....fa ricordare gli anni quaranta/cinquanta, i film di De Sica, Zavattini, Sofia Loren, Anna Magnani.......Giulietta Masina....
Questo libro meriterebbe un film.
Senza dubbio.
La morale di Pietra è un libro che ruota tutto sulla mancata accettazione della nascita di una donna la quale, crescendo, paga un prezzo elevatissimo per colpe non sue ma dalle quali resta schiacciata.
L'autrice ci mostra un fatto ben integrato nell'ambiente e nel periodo in cui la storia si svolge e che, quindi, può essere perfettamente credibile.
Una Pietra con una morale degna del nome. Una storia sconvolgente e cruda, un libro ben fatto e leggibilissimo.

Flaviocrem  scritto il Nov 1, 2008

Bello, ilRiccio.

Bello. Veramente.
Bello perchè è uno di quei libri che ti incatena gli occhi ad ogni riga per la storia che racconta, intima e allo stesso tempo corale.
Bello perchè ci ricorda che non sempre si può scegliere come si vuole vivere, ma si può sempre scegliere che tipo di persona si vuole essere.
Bello perchè ti parla di scenari che andiamo dimenticando, e che solo gli anziani ricordano ed hanno vissuto, a volte lasciandone traccia non scritta in racconti a voce ad i propri nipoti, donando loro un patrimonio immenso, perchè sono piccoli pezzi di un puzzle che ci spiega perchè siamo quello che siamo e ci fa vedere i luoghi in cui viviamo con altri occhi.
Bello perchè è ben scritto, nonostante il linguaggio semplice dei protagonisti, lo stile è pregevole e mai banale.
Bello perchè, e questa è una motivazione personale, è uno di quei libri che, quando sei in viaggio, e non per piacere, ti coinvolge e ti fa dimenticare che sei in una sterile stanza d'albergo facendoti sentire un pò a casa mentre lo leggi.
Tre stelle e non quattro perchè avrei voluto durasse di più.
Brava Monica, spero che col tuo talento ci donerai altri scritti.

ilRiccio  scritto il Oct 29, 2008

Tu mi hai emozionato. Grazie, Silvia.

La morale di Pietra è un libro che mi ha conquistato lentamente. Unisce una descrizione particolareggiata di un contesto storico con sentimenti universali, quali il senso di inadeguatezza che si prova davanti a determinate realtà famigliari. Pietra soffre e reagisce e il lettore non sa se dolersi della sua reazione sperando fino all'ultimo che l'amore riesca ad entrare nella sua vita. La narrazione di Monica Caira è perfetta, sembra che abbia vissuto davvero quei gesti del passato, che pur non essendo tanto lontani negli anni, sono inconcepibili per la nostra realtà. La morale di Pietra mi ha emozionato. Grazie, Monica.

Silvia scritto il Oct 24, 2008

Paperina.

Probabilmente nel corso di un'intera vita non è possibile individuare un preciso momento nel quale si commette l'errore fatale, quello che ti condiziona tutta l'esistenza. Gli eventi si succedono con una certa rapidità e imperiosità. Sovente ti impediscono di correggerne la rotta e ti trascinano via con la corrente.
Un libro molto bello, denso, che con una accuratissima ricostruzione storica modellata attorno a Pietra, la protagonista, riesce a darci uno spaccato reale di quella vita quotidiana che difficilmente lascia spazio ad "interpretazioni" personali, ci trascina soltanto via, come scrive Monica. Istintivamente mi sono sentita lungo tutto il libro dalla parte della protagonista, fino alla fine non sono riuscita a non sentirmi addosso quell'essere donna rifiutata, accusata, annientata. La capacità dell'autrice di descrivere personaggi, lasciar scaturire sentimenti e pensieri con mano sapiente, rende la lettura molto scorrevole e accattivante, alla ricerca di un epilogo che diverse volte cambia direzione. Scrittura sapida, corretta, un'eccellente opera prima.

1949paperina scritto il Oct 23, 2008

Controcorrente. Girmi

Il libro è come un bel dipinto di Giovanni Fattori, immagine della vita nella dignitosa povertà delle nostre campagne, dove risulta tangibile la durezza del terreno e delle persone. Ed è in questa tela che vanno a distinguersi i contorni della protagonista sempre più decisi, fino a diventare spigolosi e taglienti.
Il libro vale veramente la lettura, ma dato che lo stesso mi è stato prestato dall'autore per la lettura, per non essere accusato di poca obiettività mi dilungherò sull'unica osservazione critica riguardo al bel lavoro di Monica: il romanzo è a mio avviso eccessivamente stringato, in alcuni tratti pare un riassunto di una trama più articolata, più dettagliata; al termine di alcune pagine si resta come assetati di descrizioni, di sensazioni.
In molti romanzi ormai capita di imbattersi in infiniti periodi descrittivi pieni di aggettivi ridondanti che sembrano usati solo per aumentarne il peso (fisico), come se gli autori (o gli editori?) credessero ciecamente all'equazione "+ pagine = miglior libro", col risultato che le nostre librerie pullulano di pagine piene di "bambini che lanciano sassi nel lago" divenuti "fanciulli, ritratto dell'umana innata innocenza, che con una iridescente parabola gettano pietre, ancestrali ricordi levigati dal tempo, nello specchio di tranquillità azzurra, rinnovando l'incontro tra la ruvidità arida della roccia e la morbidezza setosa dell'acqua".
Ecco, il libro di Monica è esattamente il contrario, è un libro del quale vorresti che ne uscisse una versione con almeno un centinaio di pagine in più.

Girmi scritto il Oct 13, 2008