In questo fitto romanzo ho ritrovato una ventata della Sardegna della Deledda, un soffio delle langhe pavesiane e la dolcezza dei racconti con i quali sono cresciuta.
Dopo una prima parte aulica, bucolica e agra, se ne apre una dura, aspra e forte che non lascia respirare nemmeno il lettore, quasi il petto si trasformasse proprio in Pietra.
Pure a livello stilistico l'autrice riesce a segnare significativamente l'evolversi del personaggio per il quale non puoi non patteggiare, anche nella miseria umana.
Dopo una prima parte aulica, bucolica e agra, se ne apre una dura, aspra e forte che non lascia respirare nemmeno il lettore, quasi il petto si trasformasse proprio in Pietra.
Pure a livello stilistico l'autrice riesce a segnare significativamente l'evolversi del personaggio per il quale non puoi non patteggiare, anche nella miseria umana.
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